Siamo nel pieno del XXI secolo e spesso ci sentiamo sopraffatti dalle trasformazioni della società, della tecnologia e della politica. Tuttavia, per capire davvero il mondo in cui viviamo oggi, dobbiamo guardare indietro nel tempo. Gli anni ’10 del Novecento, la prima decade del secolo scorso, sono stati un periodo di grandi cambiamenti e trasformazioni che hanno avuto un impatto duraturo sulla storia del mondo. Da una guerra mondiale che ha cambiato la politica internazionale, ai primi passi della globalizzazione e dei diritti delle donne, gli anni ’10 hanno plasmato il mondo in cui viviamo oggi.
La Grande guerra, o di come le masse entrarono a gamba tesa nella società
La Prima guerra mondiale è stato senza dubbio l’evento più significativo a concorrere a plasmare il pensiero collettivo di quegli anni, nonché motivo vero e proprio della formazione di un primo embrione di coscienza collettiva, se così la si può effettivamente definire. Fu infatti solo in seguito all’avvento della guerra che si prese coscienza dell’importanza delle masse e di come su quelle fosse importante far leva; esse, e, nel singolo, l’uomo comune, diventarono protagonisti delle opere letterarie, teatrali e artistiche, dando vita a nuove importantissime correnti.
Se le conseguenze sono abbastanza evidenti e la letteratura in merito è piuttosto consolidata, non si può non rilevare come sulle cause ci sia una molteplicità di opinioni, non necessariamente contrastanti l’una con l’altra, ma che piuttosto si possono considerare aventi congiuntamente influenza sul perché la guerra scoppiò.
In primo luogo, non si può non rilevare come le grandi potenze del tempo già facessero fatica a gestire i rapporti tra loro, anche per l’affermazione sulla scena di una nuova potenza, la Prussia Guglielmina, che aveva iniziato a imporsi, anche e soprattutto dal punto di vista militare, sia per terra che per mare, fino a mettere in discussione la leadership austro-ungarica, e, peggio ancora, quella britannica.
Secondariamente, una delle cause scatenanti viene generalmente individuata nei turmoils già da tempo presenti nei Balcani, ancora sottoposti in larga parte al retrivo Impero ottomano, il quale però non era già da tempo più in grado di tenere a bada le diverse popolazioni presenti nell’area balcanica, che avevano iniziato a reclamare la loro indipendenza. Le loro richieste, rimaste insoddisfatte a lungo, sfociarono nella guerre balcaniche del 1912-1913; ma l’Impero austro-ungarico, che controllava anch’esso una parte dei Paesi balcanici, non fu parimenti in grado di gestire la situazione.
La fine della Guerra portò ad uno stravolgimento della politica internazionale from head to toe, con la caduta degli imperi centrali e la nascita di nuovi Stati che avrebbero influenzato un intero secolo. Ma non fu solo la politica internazionale ad essere fortemente rivoluzionata durante gli anni 10: altre rivoluzioni avrebbero lasciato il loro segno in quel periodo.
La rivoluzione femminista
Gli anni ’10 del Novecento hanno visto anche una forte attivismo e impegno per i diritti delle donne. Il movimento per i diritti delle donne ha preso piede in molti paesi, con donne che hanno lottato per l’uguaglianza di genere e per il diritto al voto.
Negli Stati Uniti, il movimento per i diritti delle donne era guidato dalla figura di Susan B. Anthony, una suffragista che aveva lavorato per l’abolizione della schiavitù e che continuava a lottare per il diritto al voto per le donne. Nel 1919, il Congresso degli Stati Uniti ha approvato il 19° emendamento alla Costituzione degli Stati Uniti, che garantiva il diritto di voto alle donne. La ratifica dello stesso da parte di tutti gli stati avvenne solo l’anno successivo.
In Gran Bretagna, il movimento delle suffragette aveva già mosso i primi passi nel XIX secolo, ma gli anni ’10 hanno visto una maggiore attenzione sulla questione. Nel 1918, il Parlamento britannico ha approvato il Representation of the People Act, che ha esteso il diritto di voto alle donne sopra i 30 anni che avevano proprietà o che erano sposate con uomini con proprietà. Nel 1928, il Representation of the People (Equal Franchise) Act ha esteso il diritto di voto a tutte le donne sopra i 21 anni.
In molti altri paesi, come Canada, Australia e Nuova Zelanda, le donne hanno ottenuto il diritto di voto negli anni ’10. Tuttavia, in molti altri paesi, il diritto di voto per le donne sarebbe arrivato solo negli anni successivi.
Il movimento per i diritti delle donne degli anni ’10 del Novecento ha avuto un impatto duraturo sulla società e sulla politica. Ha portato a una maggiore partecipazione politica delle donne, ha creato un’attenzione sulla questione dell’uguaglianza di genere e ha ispirato molte altre battaglie per i diritti civili. Inoltre, il movimento per i diritti delle donne ha aperto la strada a molte altre conquiste, come l’accesso all’istruzione, ai lavori retribuiti e a servizi sanitari. Nondimeno, purtroppo, sappiamo bene come ci sia ancora molto da fare in questa direzione.
Gli albori della rivoluzione tecnologica
Non si può, a questo punto, non parlare di come questi anni siano stati spettatori di una rapida evoluzione della tecnologia, che ha avuto un impatto significativo sulla società e sull’economia. In particolare, lo sviluppo di nuove tecnologie ha permesso di migliorare la produttività e di creare nuove opportunità di lavoro.
Un importante cambiamento tecnologico di questo periodo è stato l’introduzione dell’assemblaggio a catena, un processo di produzione in cui i prodotti vengono assemblati in modo sequenziale, ciascuno da un lavoratore specializzato. Questo metodo di produzione, sviluppato da Henry Ford per la produzione di automobili, ha permesso di aumentare la produttività e di ridurre i costi di produzione, aprendo la strada all’industrializzazione di massa.
Inoltre, fu proprio in quegli anni che venne introdotta la radio commerciale, che ha rivoluzionato il mondo delle comunicazioni. La radio ha permesso la trasmissione di notizie, programmi musicali e spettacoli in tutto il mondo, creando nuove opportunità di intrattenimento e di informazione per il pubblico.
Altri importanti sviluppi tecnologici di questo periodo includono l’introduzione dell’automobile, che ha reso il trasporto più veloce ed efficiente, e l’uso di nuove fonti di energia come il petrolio e il carbone, che hanno permesso di ridurre i costi di produzione e di aumentare la produttività.
Tuttavia, questi cambiamenti tecnologici non sono stati privi di conseguenze negative, ma anzi hanno totalmente scombussolato il modo di concepire il lavoro in sé e per sé, cambiandolo per sempre ed erodendo le certezze che fino ad allora sembravano incrollabili. L’industrializzazione di massa ha infatti sì creato un’enorme quantità di posti di lavoro, ma ha anche portato alla disumanizzazione del lavoro e alla perdita di abilità artigianali. Inoltre, l’uso di nuove fonti di energia ha avuto un impatto ambientale significativo, causando il primo massiccio inquinamento dell’aria e del suolo di cui ancora oggi subiamo le conseguenze.
Last but not least: l’inizio della globalizzazione
Non si può non parlare degli anni 10 senza discutere di quanto questi siano stati un periodo di significativa crescita della globalizzazione, in particolare per quanto riguarda il commercio internazionale.
La Prima guerra mondiale ha difatti in larga parte segnato la fine dell’epoca del colonialismo, aprendo la strada alla nascita di nuovi stati indipendenti e alla crescita del commercio internazionale. In questo periodo, le nazioni europee avevano sviluppato un forte sistema di relazioni commerciali tra loro e con le loro colonie, ma la guerra ha interrotto queste relazioni e ha portato alla necessità di costruire nuove alleanze commerciali. Di conseguenza, sono state sviluppate nuove vie di commercio tra i paesi del mondo, con un crescente flusso di merci e persone che attraversavano le frontiere nazionali.
La globalizzazione ha di conseguenza condotto alla crescita del turismo internazionale, con sempre più persone che viaggiavano all’estero per scopi di piacere o di lavoro (cullati anche dalle avventure de “Il giro del mondo in 80 giorni”, capolavoro di Jules Verne pubblicato per la prima volta alla fine dell’Ottocento). Ciò ha portato alla creazione di nuove industrie, come quelle legate all’ospitalità e al turismo, e ha reso possibile la diffusione di idee e culture tra i paesi.
Tuttavia, la globalizzazione non è stata priva di critiche e controversie. Molti si sono preoccupati dell’effetto che la globalizzazione potrebbe avere (no, macché, che, di fatto, ha) sulla cultura e sull’identità nazionale, temendo che il flusso di merci e persone potesse erodere le tradizioni locali (come è effettivamente accaduto). Inoltre, il crescente commercio internazionale ha portato ad una maggiore concorrenza tra le nazioni e tra le imprese, che ha condotto a una maggiore disuguaglianza economica.
In questa zirmesca settimana leggerai ancora parecchio sugli anni ’10 e sulla loro importanza decisiva nel modellare l’andamento del secolo appena trascorso; continua a leggerci nei prossimi giorni e non te ne pentirai!