La Fiera delle Arti e della Musica di Woodstock, svoltasi nella cittadina di Bethel (New York) dal 15 al 18 agosto 1969, è da sempre considerata l’emblema della forza della musica e della sua capacità di andare oltre il semplice coinvolgimento del pubblico attraverso l’armonia delle note. Il tentativo dei gruppi rock più celebri al mondo di richiamare l’attenzione dei decisori politici sull’importanza della pace nelle relazioni internazionali necessita, tuttavia, di essere congruamente contestualizzato prima di poterne giudicare l’effettiva rilevanza.
Il Sessantotto: da dove nasce e perché
Il Sessantotto non è una semplice data sul calendario, e questo non solo per gli studiosi di storia e sociologia, ma anche per la società civile nella sua interezza. Il movimento di contestazione ebbe inizio negli Stati Uniti all’inizio degli anni Sessanta, ma ebbe forse uno degli sviluppi più violenti in Europa occidentale, dove culminò con le proteste del Maggio francese. I suoi fautori, nonché i suoi maggiori esponenti, lottavano contro l’elitarismo della società capitalista in nome di un forse utopico egalitarismo. In particolare, questo ebbe una grande risonanza nei Paesi racchiusi all’interno della sfera di influenza sovietica, tra cui un rilievo particolare deve essere attribuito alla Cecoslovacchia. La crisi economica dei primi anni 60, dovuta al fallimento del terzo piano quinquennale (il modello di pianificazione economica di stampo sovietico), portò l’élite dirigente del Paese ad accettare l’avvio di un dibattito interno sulle scelte economiche e all’apertura verso modelli e idee tendenti a deviare rispetto ai dettami sovietici. Fino al 1968 il Paese subì potente la scossa del cambiamento in atto, in particolare nella cerchia degli intellettuali più “riformisti”, che attraverso riviste che predicavano il dibattito in senso sempre più libertario portavano avanti le loro idee rivoluzionarie. Con questo riprese piede anche la cosiddetta questione nazionale, ovvero il dibattito intorno alla disparità del trattamento degli slovacchi rispetto alla maggioranza di etnia ceca. Nel 1964 al timone del Partito comunista slovacco venne posto Alexander Dubček, uno dei protagonisti della guerra di liberazione antinazista. La sua guida rese ancora più incalzante il cambiamento già in divenire all’interno del Paese, portando avanti un’idea di comunismo dal volto umano difficile da digerire per i sovietici. Questi ultimi decisero infine di intervenire nell’estate del 1968, convocando Dubček in un incontro bilaterale che tuttavia non riuscì a piegare la forte volontà del leader slovacco. In agosto truppe del Patto di Varsavia (il patto di alleanza militare dei Paesi satelliti dell’Unione Sovietica) entrarono a Praga. I membri slovacchi del Partito comunista, Dubček incluso, vennero poi convocati a Mosca e costretti a tornare sui propri passi per evitare il ripetersi di una repressione sanguinosa al pari di quella che aveva avuto luogo in Ungheria nel 1956, dove Imre Nagy, il leader della rivoluzione ungherese per liberarsi dall’oppressione sovietica, era stato deposto, costretto a nascondersi e infine catturato con l’inganno e giustiziato.
Cosa c’entra il Vietnam con Woodstock?
Il Festival di Woodstock aveva appunto come scopo principale quello di promuovere la pace come legame indissolubile tra i popoli. Nel 1969 si era infatti nel pieno di una delle guerre più lunghe, contestate e sanguinose che il mondo contemporaneo ha visto nel Ventesimo secolo: la guerra del Vietnam.
In Vietnam, antica colonia francese, dalla fine della Seconda guerra mondiale si era manifestata, sulla scia di una generale presa di conoscenza dei movimenti anticolonialisti, la volontà di rendersi indipendenti dalla madrepatria. Nel 1954, dopo anni di guerriglia, i francesi subirono una grave sconfitta a Dien Bien Phu; il Paese, durante la Conferenza di Ginevra del medesimo anno, venne diviso in due parti, nelle quali si era deciso di indire libere elezioni entro i due anni successivi. Queste elezioni non ebbero mai luogo e le due parti, il Vietnam del Nord e il Vietnam del Sud, finirono rispettivamente governate dai comunisti (legati al e supportati dal governo della Repubblica popolare cinese) e da un governo filoamericano, estremamente corrotto e oggetto di forti critiche. Gli americani erano infatti subentrati ai francesi nel controllo e nella guida della parte meridionale del Paese, anche e soprattutto al fine di contrastare l’avanzata della minaccia comunista. Il reggente Ngo Dinh Diem, tuttavia, non riusciva ad avere ragione delle rivolte interne al Paese: la critica al suo operato e le difficili condizioni del Paese, nel quale la guerra civile con i comunisti aveva ripreso vigore, convinsero gli americani della necessità di porre fine al suo governo. Un colpo di Stato supportato dagli USA portò all’uccisione di Diem e all’avvento al potere di una giunta militare comandata da Duong Van Minh.
La vera svolta avvenne però in seguito all’attacco da parte di forze comuniste nordvietnamite a due navi americane, i primi d’agosto del 1964; questo segnò il definitivo forte coinvolgimento degli statunitensi nell’ormai tristemente nota guerra del Vietnam.
Woodstock: il rock contro la guerra in nome della libertà
Il Festival fu in realtà, dunque, il risultato di due diverse congiunture: da un lato, la necessità di ribellarsi rispetto alle autorità costituite, accusate di portare avanti idee elitarie e di favorire le disuguaglianze tra le diverse fasce della popolazione mondiale, con specifico riferimento alla componente occidentale; dall’altro lato, la volontà di protestare contro una delle guerre con maggiore risonanza mediatica nella storia del Novecento. Gli artisti che si esibirono sul palco per le circa 400 mila persone presenti comprendevano anche dei nomi cult della cultura rock del tempo; tra questi, non si possono non ricordare Janis Joplin, Jimi Hendrix e gli Who, che con My generation rappresentarono al meglio l’essenza di quella che a tutt’oggi rimane una delle più spettacolari manifestazioni pacifiste che la storia ricordi.
Molte sono state le critiche rivolte al Festival, tra cui quella di essere stato in realtà una mera strategia di marketing, elitista almeno quanto le ideologie che criticava, della promozione di un certo tipo di libertà: quella degli WASP (White Anglo-Saxon Protestant), lo stereotipo della società occidentale stessa. Non si può tuttavia negare che l’idea di libertà, di uguaglianza e fratellanza condivisa da coloro che vi presero parte arriva ancora oggi forte e intatta attraverso gli anni.
Fonti consultate
E. Di Nolfo, Storia delle relazioni internazionali. Gli anni della guerra fredda. 1946-1990, Laterza, Roma-Bari, 2015
https://www.treccani.it/magazine/atlante/cultura/woodstock_1969_politica_e_grande_musica.html ultimo accesso 14 luglio 2022
https://thevision.com/musica/festival-woodstock/ ultimo accesso 14 luglio 2022