Questa settimana parliamo di sesso. SESSO, sì.
I più puritani tra di voi – pochissimi, forse nessuno – arrossiranno già da questa prima riga, a tutti gli altri non fregherà proprio un cazzo.
Ormai il sesso è demodè: tutti ne hanno parlato, tutti lo hanno fatto, tutti ne hanno abusato.
Talmente è stato abusato – perdonatemi l’eufemismo – che non se ne fa più.
Cosa? Vuoi fare sesso? Adesso? Be’, magari più tardi o un’altra volta, eh?
Com’è la vostra vita sessuale oggi che nulla è proibito e proibitivo?
Non esistono più i tabù di una volta: le numerosissime app di dating ci permettono di trovare decine di partner – ed ognuno col proprio feticismo.
La libertà sessuale delle donne è di fatto – tranne qualche scivolone – una realtà. Ma, a quanto pare i professori sociologi che studiano il comportamento della popolazione, in particolare le abitudini sessuali dei millennials, ci mettono davanti ad un dato di fatto: non scopiamo più come una volta.
Loro la chiamano sex recession, e pare che i ragazzi tra i 18 e i 25 anni – lo dice la scienza – facciano molto meno sesso dei loro genitori alla lora età.
Che amarezza!
Stando ai fatti rilevati nello studio di cui sopra, i giovani della generazione Y vivono la sessualità più come i loro bisnonni che come una generazione del XXI secolo per una caterva di ragioni e fenomeni di fatto complessi e che si muovono parallelamente.
Tra questi un ruolo decisivo è giocato dalla tendenza all’apparente iper-disponibilità di partner che desensibilizza, e solo di rado si concretizza in incontri reali.
La facilità con cui parliamo di sesso non implica necessariamente che siamo in grado di esperirlo con serenità. E l’elemento virtuale ha avuto e sta avendo un ruolo di primo piano nella questione, ponendosi letteralmente come una barriera. L’era di liberazione sessuale che hanno vissuto i nostri genitori donava loro un’occasione di vita collettiva senza inibizioni.
Le app di dating e le più generiche chat riflettono invece una frammentazione generazionale in cui – come in una sorta di perenne luna park o centro commerciale – si sceglie solo quello che ci piace, costruendo di fatto una bolla di gusti predeterminati, e riducendo drasticamente persino qualità e quantità delle esperienze.
Aumentando l’utilizzo delle dating apps, è aumentato anche l’acquisto di sex toys e – udite udite – il consumo di pornografia. Ma è purtroppo diminuita la frequenza dei rapporti sessuali reali tra i giovani – stando ai dati negli ultimi vent’anni la percentuale di studenti che avevano il loro primo rapporto durante le superiori è scesa dal 54% al 40%.
Vi è tuttavia un altro dato importante registrato ovvero l’aumento della masturbazione sia femminile che maschile – dato rilevato un po’ in tutta Europa. Lo psicologo Philip Zimbardo, a proposito di questa tendenza, ha coniato il termine procasturbazione – vale a dire la procastinazione attraverso la masturbazione. Questo nuovo disturbo potrebbe causare il fallimento sessuale ma anche sociale degli adolescenti.
Tra le altre ipotesi la più preoccupante riguarda la normalizzazione del rough sex, cioè il sesso estremamente brutale, che potrebbe aver allontanato dal sesso un’intera generazione.
Tra le pratiche più in uso vi sono quelle di soffocamento e di strangolamento durante il sesso. Le riviste femminili e la cultura pop – un caso su tutti il becero film Cinquanta sfumature di grigio – hanno contribuito insieme alla pornografia a rendere il rough sex la nuova tendenza in fatto di audacia sessuale.
Nella maggioranza dei casi le situazioni sono di natura consensuale, ma gli osservatori riflettono anche su come il sesso aggressivo possa anche destare timori di altra natura. E purtroppo non sempre queste paure sono infondate. Le attiviste della campagna We can’t consent to this hanno sottolineato come, negli ultimi dieci anni, molte donne e ragazze nel Regno Unito siano rimaste vittime di una cosiddetta attività sessuale violenta consensuale. Scambiare un femminicidio per del plausibile e divertente sesso violento è preoccupante e intollerabile.
A proposito degli effetti della pornografia sui giovani e su come effettivamente la tendenza sia di imparare il sesso dal porno, mi vengono in mente le parole della giovanissima cantante Billie Eilish su come la pornografia guardata fin da piccola abbia reso le sue aspettative e le sue credenze riguardo il sesso deviate ed eccessive.
Nell’audace mondo di zirmazine crediamo che la pornografia insieme ad una sana attività sessuale siano diritto di tutti, ma che il limite sia il rispetto del proprio partner e delle sue volontà, oltre che del proprio e dell’altrui corpo.
Se ci fosse l’intenzione delle istituzioni di promuovere nelle scuole una salubre educazione sessuale, probabilmente notizie quali accidentali morti per sesso violento o mascolinità tossica non affollerebbero il web.
Una iniziativa interessante per quanto riguarda proprio la mascolinità tossica è stata intrapresa da Marco Tiberio e Maria Ghetti con la pubblicazione di Enlarge Magazine, una rivista fittizia che ironizza sulle dimensioni del pene.
Per mascolinità tossica si intendono l’insieme dei comportamenti maschili socialmente regressivi che servono a favorire il dominio, la svalutazione delle donne, l’omofobia e la violenza insensata.
Questa settimana sul nostro zine ci occuperemo del sesso e delle sue declinazioni artistiche ed insieme sociali. Abbiamo già iniziato la nostra settimana con gli Orgasmi sapienti raccontati da Veronica Pacini e con l’arte erotica giapponese narrata da Anna Mallamace.
Still to come on zirmazine!