Giorno 12 novembre, a Ganzirri (Messina), alla galleria Foro G Gallery dell’artista Roberta Guarnera, è stata inaugurata la mostra dal titolo Once upon a TIME.
Riprendendo la tipica espressione utilizzata come intro di tutte le fiabe, la mostra enuncia già nel titolo la sua finalità: cristallizzare le immagini nel tempo attraverso l’uso accorto della fotografia.
Si tratta, infatti, di una mostra fotografica bipersonale, in cui il tempo viene interpretato e narrato seguendo la visione di due promettenti fotografe: Valeria Alibrandi e Francesca Bruno. Il tutto, sapientemente curato, in un doppio percorso espositivo, dall’occhio vigile e supervisore della padrona di casa Roberta Guarnera.
Ovviamente zirmazine non poteva mancare! Una delegazione della redazione (io, Cristina Caserta e Valeria Rizzo), ha visitato la galleria e la mostra per fare un reportage.
Arrivate alla galleria, qualche minuto prima dell’inaugurazione, siamo state accolte calorosamente dalla gallerista Roberta Guarnera: ci siamo trovate in una galleria piccina, ma molto carina e luminosa, sui toni del bianco e del verde Tiffany, con un arredamento misto fra il moderno e l’antico. Nonostante l’ambiente si presenti unico, abbiamo notato subito – così ci è stato spiegato anche da Roberta – che insieme agli spazi espositivi in cui la mostra si sviluppa, nell ambiente è stato anche creato uno spazio che ospita una collezione permanente di opere realizzate dalla curatrice stessa, anche lei pittrice e fotografa.
In particolare, ci colpisce un angolino dove, su un piccolo tavolo, sono presenti un puzzle e delle immagini astratte. Curiosissime, ci viene spiegato che si tratta di un piccolo spazio ludico/didattico per i bambini. Qui, non solo i visitatori più piccoli vengono intrattenuti, ma – giocando con il puzzle ridipinto da Roberta – possono anche approcciarsi all’arte e scoprire l’arte astratta. Questo stratagemma, però, non è rivolto solo ai bambini, ma tenta di coinvolgere anche gli adulti, spesso ignari di cosa sia realmente l’astrattismo e del fatto che esso presenti sempre una matrice figurativa. La Foro G Gallery non è solo uno spazio espositivo, ma si presta e si pone anche come luogo di scambi culturali ed artistici, attraverso l’organizzazione di incontri di talk e di workshop che coinvolgono il visitatore, facendogli così conoscere il mondo dell’arte.
Roberta, dopo un’accurata selezione delle fotografie, propostele dalle due artiste, ci spiega, infatti come abbia deciso di strutturare la mostra attraverso due diversi percorsi espositivi, convergenti poi in un unico percorso. Tutto fa risaltare al meglio non solo le due diverse personalità, ma anche il personalissimo modo di intendere la fotografia da parte delle due artiste in mostra. Per ognuna di loro sono state esposte nove opere (cui è stato assegnato un diverso lato della galleria), il cui trait d’union sembra essere un tavolino su cui sono posti un leporello – un quaderno in carta grezza riciclata su cui il fruitore della mostra può annotare un proprio pensiero – e dei fogli (sempre in carta grezza riciclata), su cui sono annotati degli aforismi che il visitatore della mostra può pescare casualmente e portare con sé.
È ora di visitare la mostra. Poiché il percorso espositivo lascia al fruitore una leggibilità libera delle opere, inizio da quelle di Valeria Alibrandi. Si tratta di fotografie sia in bianco e nero che a colori, che hanno per soggetto i boschi, ma il punto di vista non è quello di un narratore esterno, ma quello privilegiato di un narratore interno alla natura stessa, che del bosco è parte. La raccolta di foto si intitola infatti Guardati dal lupo, protagonista diventa, quindi, la visione della natura del lupo, non più il cattivo delle fiabe, ma metafora della libertà della natura stessa. La particolarità di queste foto è di essere trasposte su pannelli in legno, che non solo rimandano ai soggetti narrati dalla fotografia stessa, ma che conferiscono anche , ad alcune di esse, un piacevolissimo effetto pittorico.
Passo adesso, al tavolino – trait d’union delle due parti – su cui iniziano le opere dell’altra artista in mostra, Francesca Bruno. Anche le opere di Francesca sono fotografie in bianco e nero, stavolta, però stampate su dei leporelli – opuscoli che si aprono a fisarmonica. C’è quindi l’idea di una narrazione e di racconto che rimanda appunto al concetto di fiaba presente nel titolo della mostra, e che rappresenta al meglio l’idea di fotografia come cristallizzazione nel tempo di un’immagine che, come in una fiaba, vive in un tempo infinito ed indefinito. Il leporello ha anche un’altra particolarità: permette al fruitore di poter osservare il soggetto della fotografia, non da una sola, ma da diverse angolazioni e, quindi, da altrettanti punti di vista.
Come spiegato, infatti, da Roberta durante l’evento la fotografia non è solo documentativa, ma può essere narrazione – come avviene nelle opere di Francesca e Valeria – per cui il soggetto fotografato, nonostante appartenga al passato, continua a vivere nel presente in una sorta di continuità temporale che lo rende sempre attuale.
Incuriosita sempre più da quello che vedevo, decido a quel punto di voler conoscere meglio le due fotografe in mostra e, dato il marasma che può esserci durante l’inaugurazione di una mostra, riesco a fare loro solo tre domande: come è nata la tua passione per la fotografia? Cosa volevi trasmettere attraverso questa mostra? E cosa è per te l’arte?
La prima a rispondere è Valeria Alibrandi. Scopro così che Valeria e Francesca sono amiche da anni e, che Valeria, che nasce come pittrice, si è approcciata alla fotografia, proprio grazie all’amica Francesca. Da lì, però, il suo interesse per la fotografia è andato di pari passo con il suo amore per il viaggio e, dopo aver fotografato d’istinto tutte le città più belle che ha visitato, decide di perfezionarsi nell’arte della fotografia, sperimentando, anche grazie all’uso di una macchina fotografica analogica. Poiché Valeria ama molto la natura ed i suoi colori, attraverso questa mostra ha voluto offrire quella che per lei è la sua personalissima visione della natura. Natura che in lei infonde un così forte senso di familiarità da farla sentire a casa (soprattutto quando si trova nei boschi). La natura, nonostante l’iniziale paura che può far provare il suo essere selvaggia, una volta conosciuta, non solo spinge ad amarla, ma incita a seguire il proprio istinto, a tirare fuori il meglio di sé e ad esplorare nuove strade. Tale amore di Valeria per la natura è testimoniato da un piccolo dono che fa ai visitatori delle mostra: un sacchettino contenente i semi di fiori selvatici. Per Valeria l’arte è libertà, è scoperta, è amore, è vedere la realtà con occhi diversi. Se la pittura le permette di esprimere sé stessa, la fotografia è per lei crescita ed arricchimento personale.
Un po’ diversa è, invece , la visione di Francesca Bruno. Francesca si avvicina alla fotografia grazie all’Accademia di belle arti che ha frequentato a Firenze, in particolare, grazie ad un corso di fotografia che ha frequentato per un anno. Durante questo corso, fra i primi compiti che le furono assegnati c’era quello di realizzare degli autoritratti fotografici. Questo compito l’ha portata a voler sperimentare con la sua Canon analogica (con cui sono realizzate anche le foto in mostra), ma, soprattutto, l’ha spinta ad appassionarsi sempre più alla fotografia con l’intento voler rappresentare la realtà, attraverso il proprio obiettivo e da angolazioni diverse. Francesca ha voluto posizionare il focus della sua ricerca e narrazione fotografica su come l’essere umano sia sempre troppo incentrato sul passato o sul futuro, dando poca importanza al presente. Presente che la fotografia riesce, invece, a fermare e a cristallizzare, dando vita ad immagini di città vissute e a quell’intimità del vivere quotidiano, sempre così presenti ed atemporali. L’arte e la fotografia per Francesca, infatti, sono un modo di esprimere sé stessi e la propria personale visione del mondo e della realtà.
Insomma, due caratteri e due modi di vedere l’arte così diversi, ma così complementari fra loro che la capacità intuitiva ed osservativa di Roberta Guarnera è riuscita a coniugare in un’alchimia quasi perfetta in questa mostra che merita davvero d’essere vista!
La mostra Once upon a TIME vi aspetta alla Foro G Gallery, tutti i giorni, fino all’11 dicembre! Buona visione!
Tutte le foto sono di Cristina Caserta.