Nel backstage con Gabriele Crisafulli

Nel corso della propria esistenza ci si trova spesso a pensare al proprio futuro, a cosa fare della propria vita e a come renderla, per quanto possibile, diversa dalle altre. Rincorrere il proprio sogno non è sempre facile: gli alti e bassi della quotidianità ci seguono come un’ombra, ma nella migliore delle ipotesi servono a temprarci e farci andare avanti imperterriti senza perdere di vista lo scopo finale. Ho incontrato qualcuno che non si è mai lasciato abbattere dalle difficoltà, continuando senza sosta a lavorare per realizzare un sogno: quello di diventare attore. Ecco come Gabriele Crisafulli ha risposto ad alcune domande sulla sua esperienza nel mondo dello spettacolo e di come continua, imperterrito, a perseguirlo.


Adele: Com’è nata la decisione di diventare attore?

Gabriele: Il mio primo incontro con la recitazione è stato nel 2013, nell’Aula Magna dell’Istituto Antonio Maria Jaci di Messina, istituto tecnico presso il quale frequentavo il terzo anno; lì ho incontrato il Maestro Giovanni Gionni Boncoddo, originario di Spadafora (ndr piccola frazione nei pressi del comune di Messina), con un curriculum degno di nota maturato nel panorama artistico messinese e nazionale.

Subito dopo il primo incontro con lui, nato quasi come un gioco per evitare un compito di diritto, qualcosa in me si è acceso. Un’energia, un’ambizione, un obiettivo che solo dopo anni di lavoro e studio sono riuscito a mettere a fuoco.

Come diceva Gionni, il mio maestro, “Devi scegliere!”

La decisione in questione implicava di scegliere una vita diversa da quella di tutti i miei coetanei, che si avviavano verso la carriera universitaria, ma mi terrorizzava l’idea di dover rinunciare alla sicurezza che ti offre un percorso come quello. Tuttavia, quando dentro una persona nasce una passione irrefrenabile, non si può far altro che nutrirla.

A.: Il contesto in cui hai vissuto ti ha dato le opportunità di perseguire il tuo sogno?

G.: La mia Messina mi ha dato tanti strumenti da portare sempre con me, ma il sogno, che preferisco chiamare obiettivo, non poteva essere raggiunto nella mia terra.

Così nel 2017, dopo diversi spettacoli messi in scena a Messina diretti dai Maestri Giovanni Boncoddo, Flavio Albanese, Paride Acacia e Antonio Lo Presti, ho deciso di partire per Roma, dove insieme al mio amico fraterno e collega Gianmarco Orlando ho fondato la Compagnia del caso, un’identità artistica che ci ha permesso di raccontare storie sempre nuove, utilizzando strumenti e stili narrativi non convenzionali che tuttavia ci hanno permesso di rimanere sempre vicini al pubblico. 

 Dal 2017 al 2019, insieme alla collaborazione di Damiano Venuto, attore, regista, collega, amico fraterno e socio della Compagnia, ho co-prodotto due spettacoli teatrali, una performance itinerante e due monologhi di stand-up comedy, ma il desiderio di formarmi mi ha portato a mettere in pausa il progetto della Compagnia del caso.

Come mi disse una persona in tempi non sospetti, A Roma non si nasce, a Roma si arriva. Frase che mi ha fatto comprendere il perché nel 2019 me ne sono andato dalla capitale. Dovevo nascere altrove prima di impormi in un mondo così grande e competitivo – avevo ancora molto da imparare e studiare.

A.: Il tuo percorso ti ha portato a frequentare l’Accademia d’Arte del Dramma Antico di Siracusa. Cosa ha voluto dire per te questa esperienza? Che impatto ha avuto sul tuo approccio alla recitazione?

G.: La formazione accademica in questo ambito è fondamentale. Negli anni ho capito che il talento deve essere a servizio della tecnica e non solo di un’emozione che ti può portare, nelle migliori delle ipotesi, a replicare. L’attore è e deve essere una macchina delle emozioni precisissima, perché, oltre al proprio godimento personale, davanti ad ogni attore c’è un pubblico cui si deve garantire una performance eccellente.

Gabriele Crisafulli in Orestea, 2022, https://www.indafondazione.org/orestea-2022/

Proprio per questo ho partecipato a diverse selezioni per entrare nelle accademie nazionali, e nel 2019, finalmente, sono riuscito nell’impresa di superare le selezioni per frequentare l’Accademia d’Arte Drammatica di Siracusa. Quelli passati ad Ortigia sono stati tre anni meravigliosi. Sei giorni su sette, otto ore al giorno tra recitazione, canto, dizione, danza, teatro-danza e altre materie. Alla fine di questo percorso sono diventato un attore, e per questo ringrazio i miei docenti che hanno sempre creduto in me.

A.: La pandemia da covid 19 ha avuto un severo impatto sui lavoratori dello spettacolo. Come ti sei sentito? Ci sono stati momenti in cui hai perso le speranze?

G.: Negli anni della pandemia ero un allievo attore e stavo frequentando la fine del mio primo anno in Accademia. Non dimenticherò mai il giorno in cui il  responsabile del plesso accademico ci chiese di uscire.

La nostra formazione è  basata soprattutto sul contatto: abbiamo necessità sentire il respiro del partner che in quel momento sta recitando con noi, il contatto che può e deve esserci in un esercizio di teatro-danza. Non posso negare che i mesi in DAD sono stati psicologicamente molto duri, ma non abbiamo mai perso le speranze. Un particolare che terrò sempre a mente e nel cuore è quando nelle cantine, di nascosto ci si riuniva tra colleghi per studiare, scrivere e improvvisare scene.

A.: Ti sei imbarcato in una nuova avventura a settembre: tu e la tua compagnia avete portato in scena il “Macbeth” al Globe Theatre di Roma. Che effetto ti fa calcare le scene del teatro che il grande Gigi Proietti, recentemente scomparso, ha fortemente voluto?

G.: Essere diretti dal Maestro Daniele Salvo, dopo averlo avuto come insegnate al terzo e ultimo anno di accademia, è stata una gran fortuna, e farlo al Globe Theatre di Roma è stato proprio meraviglioso.

Il maestro Proietti portava con se un’energia fortissima, energia di cui lo stesso teatro è ancora intriso.

Il Globe Theater il giorno della prima del Macbeth, 02/09/2022, foto di Adele Samarelli

Colgo l’occasione, dopo il recente incidente che ha coinvolto il teatro, di augurare che tutto possa sistemarsi il prima possibile, così da restituire ai cittadini romani il loro teatro, il teatro di Gigi, il teatro del popolo.

A.: Quali nuove avventure ti aspettano?

G.: Dopo la fine dell’allestimento del Macbeth al Globe ho passato trenta lunghissimi giorni di disoccupazione che ho riempito con lavoretti occasionali anche presso alcuni ristoranti, ma adesso mi sto rimettendo in moto e mi aspettano diversi mesi di lavoro.

I primissimi di novembre sarò a Trento per prendere parte allo spettacolo Bros di Romeo Castellucci, a metà novembre invece sarò a Lecce dove inizierò un allestimento per uno spettacolo diretto da Liliana Putino e indirizzato alle scolaresche con un testo che tratta di tematiche sociali come quella del bullismo, piaga che attanaglia la nostra società e della quale si sente troppo poco parlare. Nel 2023 invece inizierà l’allestimento dell’Orestea diretta da Davide Livermore a Genova e a Torino dove interpreterò Pilade.

Un commento

  1. Che la Forza Sia Con Te Grandemente Immenso … Gabriele Crisafulli 💪🎬💯💖

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