Era solo un anno fa quando, durante la campagna archeologica condotta al Bagno grande di San Casciano dei Bagni – piccolo borgo della Val di Chiana senese famoso per le sue terme – veniva annunciata la clamorosa scoperta di 24 statue votive bronzee, in perfetto stato di conservazione e raffiguranti alcune divinità. “Una scoperta che riscriverà la storia” si disse allora di quello che sembra essere il più grande deposito di statue in bronzo di età etrusca e romana e che pare essere uno dei più rilevanti non solo in Italia, ma anche nell’area del Mediterraneo.
Le statue, databili dal II/I secolo a.C. al I d.C., non solo rappresentavano una meravigliosa scoperta, ma andavano a confermare e ad arricchire le scoperte realizzate nelle campagne di scavo condotte precedente negli anni 2020 e 2021, sempre nello stesso sito. I sapienti scavi – guidati da Emanuele Mariotti (incaricato dal Comune di San Casciano dei Bagni) e dall’etruscologo Jacopo Tabolli dell’Università per Stranieri di Siena, nonché direttore del progetto scientifico, avevano, infatti riportato alla luce un luogo di culto di età augustea, sorto su una precedentemente struttura di epoca etrusca dall’orientamento leggermente diverso. Il carattere sacro di tale sito, non solo era stato testimoniato da numerosi ritrovamenti come bronzetti e monete, ma soprattutto da una vasca sacra, sempre di età augustea, il cui bordo esterno doveva essere abbellito proprio dalle 24 statue di culto bronzee rinvenute nella compagna di scavo del 2022 che, insieme ad altre centinaia di offerte votive, costituivano un vero e proprio deposito votivo.
La campagna di scavi 2023
Ma anche quest’anno il sito archeologico di Bagno Grande continua a restituire meraviglie. Conclusasi il 14 ottobre, dopo 4 mesi di intensa attività, la campagna scavi archeologici 2023 ha, infatti, ulteriormente confermato come l’acqua termale che sgorga nel cuore del tempio, sia stato anche il fulcro rituale e cultuale del santuario, ma anche la grande importanza che esso rivestiva per la convivenza fra popoli etruschi e latini ancora agli inizi del I sec d. C.
Nuove scoperte dal sito archeologico di San Casciano dei Bagni
Durante gli scavi, la scoperta di moltissime offerte in bronzo, ceramica ed in cristallo di rocca, ha accompagnato lo smontaggio del tempio di età etrusca e la monumentalizzazione imperiale del nuovo sacello. Ma se nel 2022 erano emerse statue in bronzo con iscrizioni che testimoniavano la devozione nel santuario termale sia di genti provenienti dal mondo etrusco che da Roma, la campagna del 2023 ha riportato alla luce una straordinario scoperta. Lo scavo condotto da un team di ricerca composto da importanti studiosi italiani e stranieri e che ha raggiunto un’estensione di circa 400 mq – raggiungendo in alcuni punti una profondità dal piano di campagna di oltre quattro metri – ha infatti riportato alla luce un donario (un altare) in travertino con iscrizione bilingue etrusco-latino ed una bellissima statua di Apollo Sauroctonos (Apollo con lucertola).
L’altare in travertino con iscrizioni bilingue etrusco-latino
Si tratta di uno dei rarissimi esempi di iscrizione bilingui mai rinvenute e che ora sarà oggetto di studi da parte degli archeologi Adriano Maggiani e di Gian Luca Gregori. Ma perché tale scoperta è così importane? Sono circa una trentina in Etruria le iscrizioni bilingui, ma la gran parte sono iscrizioni funerarie. In questo caso il donario monumentale ha, invece, carattere pubblico e cita la fonte sacra e calda sia in etrusco che in latino. Si tratta di un documento straordinario che conferma la convivenza di popoli appartenenti a genti diverse presso il santuario ancora agli inizi del I secolo d.C., con l’esigenza di far comprendere ad entrambe le culture il messaggio della divinità.
Apollo Sauroctonos
Ma la prosecuzione dello scavo all’interno del tempio, ha portato ad un ulteriore sorpresa, quando – sul bordo della vasca sacra – sono emerse le membra spezzate di una meravigliosa statua in marmo raffigurante Apollo.
Si tratta, infatti, di una statua monumentale in marmo del Efebo dio del sole, alta quasi due metri, rappresentante la divinità mentre è intenta a cacciare la lucertola, secondo l’iconografia dell’Apollo Sauroctonos (Apollo con la lucertola), molto diffusa nell’antichità grazie ad un originale statua greca in bronzo attribuita allo scultore greco Prassitele e molto copiata dagli scultori romani. Essa raffigura un Apollo imberbe (quindi giovane), con delle lucertole, a sottolineare i due temi che si legano indissolubilmente al dio, cioè quello della cura oftalmica e quello di protettore della fanciullezza.
La statua marmorea, quasi integralmente ricomponibile, fu spezzata sicuramente al momento della chiusura del santuario che avvenne agli inizi del V secolo d.C. per effetto della cristianizzazione diffusa del territorio. Se il deposito votivo è giunto a noi protetto grazie alla deposizione delle grandi colonne di travertino che andavano ad ornare il portico del tempio, lo stesso non è stato per la statua di culto di Apollo che, una volta frammentata, ha visto i suoi pezzi sparpagliarsi e poi essere ricoperti da diversi starati di terra a causa proprio all’ abbandono del sito. La chiusura luogo di culto, coincise infatti ad un momento di profonda trasformazione sia politica che sociale.
La statua in marmo del Dio arriva oggi dunque a dare un’ ulteriore conferma di un culto della divinità nel santuario dal II secolo a.C. al III secolo d.C. Il culto di Apollo sappiamo essere legato alle acque termali già dall’epoca arcaica, come testimoniato anche moltissimi esempi. E qui a San Casciano dei Bagni era già stato ipotizzato e testimoniato sia da una delle 24 statue bronzee rinvenute nel 2022 nella vasca sacra più antica e raffigurante proprio il Dio danzante sia dal fatto che il nome della divinità ricorre, poi, anche su almeno due altari in travertino di età imperiale e provenienti sempre dal Bagno Grande.
Ma, per approfondirne meglio la sua realizzazione e comprenderne e raccontare la storia, l’Apollo Sauroctonos è ora nelle sapienti mani dell’archeologo Massimiliano Papini, che con le sue indagini proverà a porre luce su tutti gli interrogativi che ad oggi l’avvolgono nel mistero.
Le dichiarazioni di chi ha diretto gli Scavi
Il 23 novembre 2023 le ricerche archeologiche di Bagno Grande saranno presentate ufficialmente all’assemblea pubblica della comunità di San Casciano dei Bagni. Queste le dichiarazioni in merito a tali scoperte da parte degli studiosi che hanno diretto gli scavi.
Jacopo Tabolli: «Ampliando notevolmente l’area dello scavo, è emerso che si tratta di un tempio nato intorno ad una sorgente. Al momento in cui il tempio fu abbandonato, agli inizi del V secolo dopo Cristo, una delle statue di culto venne spezzata. È un Apollo di un tipo che conosciamo molto bene, una copia romana di una statua greca attribuita a Prassitele» […]«il dio trova posto in un santuario termale. Nella vasca sacra abbiamo trovato anche delle lucertole in bronzo che vengono offerte molto probabilmente per tutelare, benedire e invocare la protezione degli occhi. Questo perché, nell’antichità, secondo le fonti, le lucertole venivano usate per cure oftalmiche. L’altro importantissimo elemento che abbiamo rinvenuto è un gigantesco donario in travertino con un’iscrizione bilingue, sia in etrusco sia in latino che dimostra come presso il santuario, ancora in età augustea, si parlasse e scrivesse in etrusco e che lo si facesse in modo pubblico. Lo scavo del 2023 ha continuato a portare alla luce la complessità di un contesto sacro in continua evoluzione. Attorno alla sorgente termale per oltre settecento anni si costruisce e consolida un tempio che costituisce certamente il fulcro dell’accoglienza di genti diverse presso il Bagno Grande. Il donario bilingue con il nome della fonte costituisce la prova tangibile del multiculturalismo e del plurilinguismo in antichità a San Casciano dei Bagni. »
Emanuele Mariotti: «Anche la campagna di scavo 2023 ha riservato sorprese straordinarie, confermando come il sito del Bagno Grande sia, nel suo complesso, un contesto ricchissimo che va ben al di là dei singoli oggetti o dei singoli bronzi. Grazie al lavoro encomiabile di decine di archeologhe e archeologi, la ricerca si è arricchita di nuovi dati, suggestioni e nuovi interrogativi. Il cantiere, durante i 4 mesi di scavo, si è ulteriormente ingrandito, abbracciando le aree intorno all’edificio sacro con la grande vasca votiva. La topografia del luogo si è arricchita e chiarita, mostrando nuove strutture e bellissime murature che andranno a valorizzare sempre di più il sito, anche in ottica di un futuro parco archeologico-termale. Allo stesso tempo, l’acqua continua ad essere la vera protagonista di questo luogo: l’acqua e la grande vasca votiva, dove, ancora sui bordi e dai bordi, esposte e poi celate dagli eventi della storia, spesso drammatici, nuove testimonianze e reperti come la statua marmorea di Apollo Sauroctonos e il donario bilingue etrusco/latino, ci parlano di arte, divinità, cure, persone e soprattutto di incontro tra la cultura etrusca e il mondo romano.»
Un grande Progetto per il futuro: Un Museo ed un grande Parco Archeologico
Lo scavo è stato finanziato dal Comune di San Casciano dei Bagni con il supporto economico di Friends of Florence, Vaseppi Trust, Gruppo E – Alleati IT, società Banfi, Michelangelo Travel e Castello di Fighine. Mentre, la Soprintendenza dei Beni Culturali ha finanziato in questi mesi di scavo il progetto e la realizzazione della nuova recinzione dello scavo (a tutela dell’area archeologica) e del futuro Museo di San Casciano.
L’intenzione del Ministero è quella di affiancare il Comune e l’Università per Stranieri di Siena con l’intento di andare avanti velocemente negli scavi e realizzare in contemporanea un Grande progetto: un museo nel Palazzo dell’Arcipretura di San Casciano (che andrà ad ospitare le monete, i bronzi e tutti gli altri reperti rinvenuti durante le diverse campagne di scavo) ed un parco archeologico a cui il museo sia strettamente connesso, così da creare un percorso unico nella riscoperta della storia del sito archeologico. L’intento è, infatti, quello di permettere a l visitatore di affacciarsi dal bordo della vasca sacra, scoprire le vestigia del santuario etrusco che i romani trasformarono in un tempio monumentale, così da poter immaginare come fosse il paesaggio ai tempi degli e romani, potendo contemporaneamente immergersi nel tepore delle stesse acque termali, oggi come duemila anni fa.
Se per la realizzazione del Museo ci vorrà si e no un anno di lavori, diversamente è per il parco archeologico. Secondo quanto annunciato all’ANSA dal direttore generale archeologia del Mic Luigi La Rocca, c’è ancora molto da fare. Bisogna prima acquisire i terreni intorno allo scavo attuale, poi si devono risolvere i complessi problemi legati al flusso dell’acqua per consentire agli archeologi di tirare fuori dalla terra la parte posteriore della vasca sacra e poi si dovranno allargare le ricerche ai resti del complesso nel quale il santuario romano era posto. Ci vorranno, insomma, ancora 3 o 4 anni e un investimento di almeno 5-6 milioni di euro affinché museo e parco archeologico siano operativi.
Una volta terminati, museo e parco saranno gestiti da una fondazione nella quale ministero, regione e comune verrebbero affiancati da un socio privato, sul modello del Museo Egizio di Torino o del Maxxi di Roma.
Nel mentre, per chi volesse conoscere la magia il racconto dei tesori di monete e bronzi rinvenuti nell’area archeologica del Bagno Grande, esso continuerà ad essere raccontato ed esposto al pubblico in diversi musei italiani partendo dal Quirinale, fino al Museo Archeologico nazionale di Napoli.