Il 5 novembre è una giornata molto importante per chi vive nel Regno Unito. Si ricorda, infatti, quanto accadde quello stesso giorno nel 1608: un tale, Guy Fawkes, ordì, insieme ad un nutrito gruppo di cattolici, un complotto per tentare di uccidere l’allora sovrano inglese Giacomo I. Il suo tentativo venne tuttavia prontamente sventato nelle prime ore del mattino, e Fawkes e i congiurati vennero catturati e arrestati.
Non pochi Paesi hanno vissuto la presa del potere da parte di gruppi minoritari, militari in particolar modo ma non solo, con dei colpi di Stato. Ma quanto si è ampliata nel tempo la definizione di colpo di Stato?
Si intende generalmente per colpo di Stato l’azione contro la legge volta a modificare l’assetto costituzionale di un Paese, più precisamente, il suo ordinamento giuridico. Nello specifico, dunque, un’azione in tal senso può ricomprendere, appunto, l’assunzione del comando con la forza da parte di gruppi organizzati di persone con l’obiettivo di stravolgere radicalmente la distribuzione dei poteri all’interno dello stesso. Erroneamente accomunato alla rivoluzione, esso ne differisce per un elemento fondamentale: gli attori. Se infatti la rivoluzione viene generalmente condotta da moti popolari, il colpo di Stato è invece orchestrato e perpetrato da gruppi organizzati di persone; spesso e volentieri, infatti, sono le milizie, regolari e non, ad essere responsabili per l’iniziativa e la messa a compimento dello stesso.
La storia ha conosciuto moltissimi colpi di Stato, anche in Paesi dai quali non ce lo si aspetterebbe. Tale può essere infatti considerata, ad esempio, la celeberrima marcia su Roma, con cui il 28 ottobre 1922 Benito Mussolini costrinse il re a nominarlo presidente del Consiglio dei ministri e a formare un nuovo governo. Ma i colpi di Stato sono anche stati per lungo tempo la piaga dei Paesi sorti dal processo di decolonizzazione, i quali, non avendo a supporto delle istituzioni stabili e capaci di esercitare in maniera effettiva i propri poteri, erano facilmente preda dell’esercito e delle forze armate irregolari, così come di minoranze piuttosto ben organizzate al loro interno.
Quello che però pare essere un fenomeno piuttosto diffuso attualmente è il confondere il colpo di Stato con il regolare esercizio dei propri diritti e doveri. Per intenderci, non è raro che in quei Paesi in cui si svolgono libere elezioni, non solo la popolazione civile, ma anche i partiti dell’opposizione facciano presto a chiamare in causa un colpo di Stato per descrivere quello per cui in realtà basterebbe una sola parola: sconfitta. E quando la sconfitta arriva, si farebbe molto meglio a pensare quali possono essere stati gli errori che l’hanno provocata.
Le recenti elezioni italiane, di cui più di una volta si è parlato anche nella città di Zirma, ne sono un esempio lampante: i social pullulano da diverso tempo di commenti di persone che definivano un colpo di Stato la vittoria della coalizione di centrodestra, guidata dalla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. Si è fatto molto presto a inveire e a condannarla come una fascista (il che, visto il suo passato, non si dovrebbe ritenere tanto distante dalla realtà); sarebbe stato però più corretto, probabilmente, accettare il fatto che evidentemente la popolazione civile vuole esattamente questo.
Sulla libertà dello svolgimento delle elezioni in Italia, certo, si potrebbe sicuramente discutere: non dimentichiamoci che il voto di scambio è una pratica, se così la si può definire, antica quanto il mondo, e senza dubbio presente nelle regioni del Meridione afflitte dalle vessazioni della criminalità organizzata. Ma non si può non riconoscere come negli ultimi anni il nostro Paese abbia vissuto una virata a destra – passatemi il termine – non da sottovalutare. In questi casi, invece che parlare di colpo di Stato, sarebbe più opportuno, forse, vedere dove hanno sbagliato gli altri partiti, siano essi la sinistra – ammesso che ancora esista una sinistra italiana – o le new entry degli ultimi vent’anni all’interno del panorama politico italiano.
Addossare le responsabilità ad un colpo di Stato è fin troppo comodo, semplice. Ma i veri responsabili sono tutti coloro i quali non danno alternative concrete alla nube fumosa di belle promesse.
Questa settimana su zirmazine sentirete parlare di colpi di Stato, ma non solo. Perché crediamo che soltanto agendo e dando nuove opportunità si costruisce un futuro nuovo, migliore per i cittadini di tutti i Paesi del mondo.