Scelte di futuro: i diritti delle donne nella sfida elettorale americana

Le prossime elezioni presidenziali americane ci pongono di fronte ad uno scenario politico complesso, con due candidati principali che incarnano visioni nettamente diverse per il futuro degli Stati Uniti. La difficoltà di approcciarvi è sicuramente data anche dal cambiamento dell’ultimo minuto, se così lo possiamo definire, nella scelta dei democratici, con il ritiro dalla corsa dell’attuale presidente, Joe Biden, in favore della sua vice, Kamala Harris. 

L’importanza del cambio va in realtà ben oltre le questioni, ripetutamente sollevate, sulle capacità di Biden di governare altri quattro anni a causa della sua età avanzata: Kamala Harris è una donna, è la prima candidata di origine afro-asiatica ed è stata per molti anni procuratore. Nonostante l’inizio della sua carriera politica sia relativamente recente e nonostante i dubbi sulla sua effettiva capacità di prendere in mano una corsa ormai quasi al termine, Kamala Harris ha stupito tutti con una rimonta significativa, arrivando ad un testa a testa con il candidato repubblicano Donald Trump. 

Oltre alle questioni economiche e di politica estera, la politica di genere, i diritti legati alla salute riproduttiva e il contrasto alla violenza di genere sono temi centrali nel dibattito. 

Donald Trump ha una posizione sull’aborto che negli anni è evoluta, ma attualmente si schiera con l’ala conservatrice del Partito Repubblicano, supportando restrizioni significative. Durante la sua presidenza, ha nominato giudici alla Corte Suprema che hanno contribuito a ribaltare la sentenza Roe v. Wade, la storica decisione del 1973 che garantiva il diritto all’aborto a livello federale. Dopo la decisione della Corte nel 2022, Trump ha sostenuto che la questione dell’aborto dovrebbe essere decisa a livello statale, permettendo a ciascuno stato di imporre restrizioni o divieti secondo le proprie preferenze. Sebbene non abbia espresso apertamente il sostegno per un divieto totale, Trump ha spesso evitato di promuovere politiche di protezione per il diritto all’aborto. La sua posizione rispecchia quella di molti esponenti conservatori, che vedono la decisione della Corte Suprema come una vittoria del diritto alla vita. Tuttavia, ha recentemente anche suggerito un certo grado di compromesso, accennando all’idea di trovare un accordo nazionale sulle restrizioni e mostrando una maggiore apertura nei confronti del tema, anche se rimane ambiguo riguardo ai dettagli concreti. 

Nonostante abbia generalmente adottato una linea dura sui crimini violenti, la sua posizione sulla violenza di genere in particolare è meno delineata rispetto ad altri temi. Durante il suo mandato presidenziale, Trump ha sostenuto finanziamenti e iniziative per il contrasto al crimine, senza però promuovere politiche specifiche o di rilievo esclusivo per la violenza di genere. Inoltre, ha subito critiche per non aver sostenuto apertamente il rinnovo del Violence Against Women Act (VAWA), una legge federale chiave che mira a prevenire la violenza domestica, fornire servizi alle vittime e finanziare centri anti-violenza. La sua amministrazione ha comunque dato continuità a programmi di sostegno per vittime di violenza domestica e sessuale, pur mantenendo un approccio più generale.

Kamala Harris sostiene con forza il diritto all’aborto e ha criticato apertamente la decisione della Corte Suprema di ribaltare Roe v. Wade. La sua posizione è a favore di garantire a livello federale l’accesso all’aborto, proponendo leggi che tutelino la libertà delle donne di prendere decisioni sulla propria salute riproduttiva. Harris ha promesso di lavorare per ripristinare le protezioni federali per l’aborto e si è schierata contro le restrizioni statali, che spesso rendono difficile o impossibile l’accesso ai servizi abortivi. Ha anche espresso il proprio sostegno per ampliare i diritti riproduttivi, compreso l’accesso alla contraccezione e all’educazione sessuale, e ha più volte sottolineato che le decisioni riguardanti il corpo delle donne devono essere prese senza l’interferenza del governo. 

Al contrario di Trump, Harris ha una posizione netta e dichiarata sulla necessità di contrastare la violenza di genere. Da sempre schierata in favore delle vittime di abusi, ha sostenuto con forza il rinnovo e il rafforzamento del Violence Against Women Act, proponendo inoltre nuove misure per affrontare la violenza domestica e la violenza sessuale. Durante la sua carriera politica e come senatrice, Harris ha lavorato per aumentare i finanziamenti ai centri antiviolenza, facilitare l’accesso delle vittime a servizi di supporto e sviluppare campagne di sensibilizzazione su scala nazionale. Harris promuove un approccio più ampio alla sicurezza delle donne, che include misure preventive, supporto economico per le vittime e politiche per migliorare la risposta delle forze dell’ordine alla violenza di genere. La sua visione si allinea con una prospettiva di giustizia sociale, sottolineando l’importanza di garantire protezione e accesso alla giustizia per tutte le vittime, indipendentemente dal loro background sociale o economico.

Perché le questioni di genere sono fondamentali nelle elezioni americane del 2024? Non si può negare come questi temi tocchino una vasta gamma di diritti e libertà individuali, che influenzano la vita quotidiana di milioni di persone. Questi temi assumono particolare rilievo in un contesto in cui i diritti delle donne, ma anche quelli delle persone LGBTQIA+, sono oggetto di intense controversie, soprattutto dopo il ribaltamento di Roe v. Wade, che ha lasciato agli stati la facoltà di decidere sulle normative per l’aborto. Questa scelta ha portato a una frammentazione del paese, con stati che ora offrono diritti riproduttivi molto diversi, determinando un impatto diretto sulla salute e sull’autonomia delle donne.

Le elezioni del 2024 rappresentano un bivio per il futuro di queste tematiche. Da un lato, i conservatori tendono a sostenere una maggiore autonomia degli stati, il che potrebbe intensificare le restrizioni sull’aborto e ridurre le protezioni federali in tema di violenza di genere e discriminazione. Dall’altro, i progressisti, come Kamala Harris, sostengono il ripristino di garanzie federali per i diritti riproduttivi e un ampliamento delle protezioni contro la violenza e la discriminazione di genere.

La violenza di genere è poi un problema che colpisce milioni di donne e comunità vulnerabili negli Stati Uniti. Il rinnovo del Violence Against Women Act e l’accesso ai fondi per le vittime sono al centro delle politiche di supporto, ma l’approccio a queste questioni dipende fortemente dalla visione del candidato. La sicurezza delle donne, l’accesso alla giustizia e il sostegno alle vittime sono oggi questioni su cui le elezioni potrebbero avere un impatto diretto.

Il tema delle politiche di genere è importante per le nuove generazioni, che vedono i diritti delle donne, delle persone LGBTQIA+ e la parità di genere come parte integrante di una società moderna e inclusiva. Per molte persone, queste elezioni sono una scelta tra un futuro che include diritti paritari e protezioni consolidate e un futuro in cui alcuni diritti rischiano di essere erosi.

Nel mese in cui ricorre anche la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il 25 novembre, il mese in cui, un anno fa, il nostro Paese veniva scosso dal brutale omicidio della giovane Giulia Cecchettin, vogliamo ancora ricordare le donne e supportare la difesa dei loro diritti anche oltreoceano. Non ci resta che augurare a tutte le americane e gli americani un buon voto e, soprattutto, un voto fatto con coscienza. 

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