In Svezia, le feste pasquali hanno inizio la domenica delle Palme con la benedizione dei gattici, rami di pioppo fioriti, le cui gemme ricordano la coda dei gatti.
Se il giorno di Pasqua, Påsk, si adorna la casa con rami di betulla (per ricordare la flagellazione di Cristo) e si beve la Påskmust (la tradizionale birra pasquale), i giorni che la precedono non sono meno importanti, tanto da possedere un proprio nome e proprie celebrazioni. Il Venerdì Santo, Långfredag, è il giorno dedicato alla sobrietà, al silenzio e alla preghiera, la Pasquetta, Annandag Påsk, è dedicata alle scampagnate all’aria aperta, mentre il sabato Santo, Påskafton, è il giorno in cui si accendono i falò per scacciare le streghe.
Le streghe? Ebbene, sì! La Pasqua svedese è un mix fra credenze cristiane ed antiche tradizioni pagane.
Il Giovedì Santo, Skärtorsdag, infatti, i bambini vestiti da strega o da vecchi uomini (ma anche da gatto o cane), bussano alle porte dei loro vicini e, dopo aver augurato loro una buona Pasqua – con un uovo pasquale da loro disegnato – ricevono dolci, frutta e soldi. Ma perché? Perché questo è il giorno della påskkärring: la strega di Pasqua. Un’antica credenza popolare narra, infatti, che nel Medioevo, il giovedì santo (giorno in cui Giuda tradì Gesù, liberando il male), le streghe in groppa ad una scopa o un animale, volassero fino alla fantomatica Blåkulla da cui, dopo aver festeggiato il Sabba con il demonio, facevano ritorno solo la notte della vigilia di Pasqua quando venivano, appunto, cacciate con dei falò.
Se la tradizione è antica, l’usanza di vestire i bambini da streghe pare però risalire solo agli inizi del XIX sec., così come anche l’iconografia della påskkärring nelle odierne cartoline di auguri mentre vola su di una scopa, con in mano una caffettiera ed in compagnia di un gatto.
Qual è invece la vostra tradizione pasquale?
Buone feste da zirmazine!